Perchè Caltagirone è la città della ceramica

Caltagirone è per antonomasia la città della ceramica e tutto rievoca questa grande arte!

Caltagirone è una città dalle antichissime origini, per l’eccezionale valore del suo patrimonio monumentale, che caratterizza il centro storico, nel 2002 l’Unesco l’ha riconosciuta con il titolo di “Patrimonio dell’Umanità”. Storicamente è stata nominata con gli appellativi Urbs Gratissima (in latino città gradita, benvoluta) e Regina dei Monti Erei.

Epoca Classica e Medioevo

Studi confermano che l’arte della ceramica sia stata portata dagli arabi con la conquista musulmana della Sicilia intorno all’anno 827 d.C. Gli arabi portano i procedimenti tecnici dall’Oriente. In particolare, l’invetriatura che soppianta in Occidente ogni residua tecnica ereditata dal mondo classico.

Nel medioevo la ceramica di Caltagirone ebbe un notevole impulso. In particolare per la buona qualità delle argille. Caltagirone infatti sorge su 3 colli argillosi ed è circondata da boschi. Questi fornivano la legna necessaria per cuocere l’argilla nei forni.

Caltagirone acquisisce cosi primaria importanza nell’attività dell’artigianato ceramico tanto da essere chiamata il “Castello dei Vasi”.

Per tutto il Medioevo, la città vide una fiorente produzione di Ceramica con oltre cento officine di maiolicari attive. Purtroppo con il terremoto del 1621 gran parte dell’attività plurisecolare delle officine ceramistiche andò perduto.

Epoca moderna

cimitero monumentale

In epoca moderna, con l’avvento di nuove tecniche di produzione industriale, le attività delle tradizionali botteghe artigianali videro un progressivo declino. Nonostante la parola discendete fu proprio in questo periodo che spiccarano i nomi dei grandi maestri ceramisti, come Giuseppe Di Bartolo, Enrico Vella e Gioacchino Ali, le cui opere ornano ancora oggi la città. Degno di nota è il cimitero monumentale della città.

Con la morte degli ultimi grandi maestri, il declino sembrava inesorabile.

Agli inizi del 1900 don Luigi Sturzo raccolse gli ultimi rappresentati della morente tradizione e nel 1918 fondò la “Regia scuola professionale per la ceramica” che ridiede un nuovo impulso alla vecchia tradizione ceramista.

Epoca Contemporanea

Nel secondo dopoguerra la scuola prese il nome di “Istituto pro artigianato ceramistico” (IPAC) e venne istituita la “Maioliche Artigianali Caltagironesi” (MAC) che divenne un polo di aggregazione per una nuova generazione di ceramisti che a partire dalla metà degli anni sessanta, diedero vita a propri marchi di ceramica artigianale.

Tra le opere di vasta portata, quella del rivestimento maiolicato della monumentale Scalinata di Santa Maria del Monte. Simbolo per eccellenza della città, fu progettata nel 1954 da Antonino Ragona, direttore dell’Istituto Statale d`Arte di Caltagirone. Con i suoi 142 gradini in pietra lavica, a partire dal basso verso l’alto, e gradino dopo gradino, racconta in modo figurato l’evolversi della maiolica siciliana dalle origini, nel periodo arabo, alla metà del XX secolo.

È tradizione illuminare a festa la scalinata a fine luglio in occasione della festa di S. Giacomo, mentre a maggio la stessa è infiorata con addobbi floreali.

Museo Regionale della Ceramica

Negli anni cinquanta venne istituito il Museo Regionale della Ceramica, uno dei musei più importanti d’Italia per la documentazione dell’arte ceramica. Il museo contiene una grande documentazione di cimeli ceramici d’ogni tempo, tra cui meritano attenzione le documentazioni ceramiche medievali, araba, normanna, sveva, aragonese e la ricchissima serie di mattonelle cinquecentesche e settecentesche raccolte nel rifacimento di pavimenti di chiese dopo i disastri dell’ultima guerra.

Caltagirone oggi

Ad oggi, l’arte della ceramica rimane un’attrazione per i turisti che decidono di visitare la città. Passeggiando tra le sue vie non può mancare una visita alle botteghe artigianali che offrono i capolavori in ceramica e terracotta.

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Fonti

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